L’esperienza insegna: si perde dove la prova è stata raccolta male.
Per questo uniamo metodo e norma: proporzionalità, tracciabilità, minimizzazione; fonti lecite e percorribili; documentazione puntuale degli strumenti.
Il risultato è un fascicolo difendibile, non “difendibile sulla carta”.
→ Pianificazione: brief con l’avvocato, NDA, definizione di scope, quesiti e KPI.
→ Raccolta lecita: registri/basi dati, OSINT/SOCMINT, osservazioni nei limiti di legge (no intercettazioni, no accessi abusivi).
→ Validazione: cross-check multi-fonte, chain of custody (ISO/IEC 27037), logging di strumenti e versioni.
→ Proporzionalità & minimizzazione: solo dati pertinenti; legal hold e retention documentata.
→ Reportistica forense: foto, video, log, hash SHA-256, riferimenti per deposito ex artt. 234–238 c.p.p.
→ Compliance: GDPR, Provv. Garante 27/11/2008, D.M. 269/2010, linee UNCC–AIPPI.
Esito: valore probatorio alto, rischio di inutilizzabilità prossimo allo zero.