Indagini specialistiche su inidoneità genitoriale e affidamento esclusivo, abusi, ambienti rischiosi, trascuratezza e conflitti.
Prove lecite, documentate e difendibili. Dossier strutturati per CTU e giudice. Tutela reale, non dichiarata.
Il quadro normativo nasce dalla Legge 54/2006 (affidamento condiviso) e dalle disposizioni del codice civile (art. 155-bis c.c., oggi confluito negli artt. 337-ter/337-quater c.c.).
→ Principio guida: il superiore interesse del minore prevale su ogni altra considerazione.
→ Affidamento esclusivo: il giudice lo dispone quando l’affido condiviso arreca pregiudizio al bambino.
→ Onere della prova: servono fatti nuovi e concreti, documentati e contestualizzati; non bastano sospetti o impressioni.
Esempi tipici di pregiudizio
→ Abusi o violenze (fisiche, psicologiche, economiche).
→ Trascuratezza grave, disinteresse genitoriale, inaffidabilità cronica.
→ Dipendenze, frequentazioni pericolose, ambienti inidonei.
→ Denigrazione sistematica dell’altro genitore in presenza del minore.
Metodo
→ Non basta “dimostrare un fatto”: occorre spiegarne la rilevanza per il bambino con coerenza temporale (timeline) e riscontri incrociati.
Le investigazioni forniscono un quadro oggettivo delle condizioni familiari e delle condotte genitoriali.
Il giudice decide caso per caso; per questo ogni elemento dev’essere lecito, proporzionato, spiegato.
Attività chiave
→ Documentazione di inadempienze: assenze ingiustificate, ritardi nei prelievi a scuola, mancato mantenimento, mancata cura.
→ Prove foto/video: episodi di abuso, ambienti inidonei, frequentazioni rischiose (sempre da luoghi e angoli leciti).
→ Testimonianze qualificate: vicini, docenti, babysitter, professionisti (con attestazioni puntuali e verificabili).
→ Analisi digitale: chat, social, email che mostrino minacce, disinteresse o condotte pregiudizievoli (solo contenuti lecitamente disponibili).
→ Relazione investigativa: dossier con timeline, mappe, allegati, riferimenti normativi e note metodologiche.
Risultato atteso
→ Un impianto probatorio chiaro e difendibile, pronto per essere integrato con relazioni dei Servizi Sociali e consulenze tecniche d’ufficio (CTU).
Gli indicatori non sono certezze: se ricorrenti e coerenti, concorrono al giudizio di pregiudizio.
Li rileviamo e li spieghiamo, evitando letture forzate.
→ Cura quotidiana: igiene, alimentazione, orari di sonno/scuola, aderenza a terapie o bisogni educativi.
→ Rischio ambientale: persone e luoghi frequentati, sicurezza domestica, stile di guida, sostanze.
→ Esposizione a conflitti: denigrazione dell’altro genitore, litigi davanti al minore, violenza assistita.
→ Organizzazione: ritardi sistematici, dimenticanze, mancate consegne, assenze non giustificate.
Documentazione
→ Osservazioni discrete, foto/video leciti, riscontri scolastici/sanitari, ricevute e comunicazioni ufficiali; tutto inserito in timeline con metadati e note di contesto.
Un risultato conforme richiede metodo.
Applichiamo procedure replicabili e controlli di qualità costanti.
→ Fase 1 – Consulenza: obiettivi probatori, perimetro lecito, rischi e priorità.
→ Fase 2 – Piano operativo: finestre orarie, aree di osservazione, risorse, soglie di successo.
→ Fase 3 – Raccolta: osservazioni, foto/video, riscontri documentali, OSINT/SOCMINT leciti.
→ Fase 4 – Validazione: timeline, correlazioni, verifica interna; integrità con hash SHA-256 su file digitali.
→ Fase 5 – Dossier: relazione “court‑ready”, allegati, mappe, executive summary per il legale.
Consegna
→ Supporti sicuri, catena di custodia documentata, versioning tra copia master e copia di lavoro.
Il dossier investigativo non sostituisce le valutazioni tecniche d’ufficio, ma le integra.
La chiarezza facilita l’interlocuzione con CTU, CTP e Servizi Sociali.
→ Allineamento: quesiti pertinenti, materiali selezionati e contestualizzati.
→ Trasparenza: fonti, luoghi e condizioni di ripresa indicati con precisione.
→ Collaborazione: disponibilità a chiarimenti e, se richiesto, testimonianza sul come sono stati raccolti gli elementi.
Operiamo nel rispetto di GDPR, T.U.L.P.S. e D.M. 269/2010.
La tutela del minore guida ogni scelta.
→ Minimizzazione: raccogliamo solo ciò che è necessario e pertinente.
→ Divieti: no intrusioni in luoghi privati, no accessi abusivi a dispositivi/account.
→ Sicurezza: cifratura, need‑to‑know, tracciamento accessi, tempi di conservazione.
Le cautele non sono formalità: sono ciò che rende spendibili le prove davanti al giudice.
Un impianto probatorio ben costruito tutela il minore e rafforza la richiesta.
→ Protezione: allontanamento da contesti ostili o pericolosi; misure puntuali su visite e consegne.
→ Chiarezza: riduzione della conflittualità grazie a fatti documentati.
→ Efficienza: meno udienze esplorative, maggiore focalizzazione del procedimento.
Non è obbligatorio, ma è consigliabile per allineare obiettivi probatori e strategia processuale.
→ Vantaggio: si evitano attività inutili e si massimizza l’ammissibilità delle prove.
→ Operatività: possiamo coordinare il piano con il tuo legale o metterti in contatto con uno di fiducia.
Conta la qualità, non la quantità.
Meglio pochi elementi coerenti, leciti e contestualizzati che molteplici indizi deboli.
→ Timeline + riscontri incrociati → maggiore forza persuasiva.
→ Ridondanza inutile → rischia di indebolire il quadro o allungare i tempi.
Sono ammesse riprese da luoghi e angoli leciti (spazi pubblici o visibili dall’esterno) e registrazioni di conversazioni alle quali si partecipa.
Restano vietate intrusioni e captazioni abusive.
→ Consiglio: prima di agire, confrontiamoci per evitare inutilizzabilità o profili di reato.
La non collaborazione può essere indice di inidoneità.
Documentiamo ritardi, mancate consegne, rifiuti immotivati e ne spieghiamo la rilevanza per il minore.
→ Output: dossier per richieste di misure specifiche su incontri, orari, luoghi e modalità di scambio.
Tempi e costi dipendono da complessità e obiettivi.
Pianifichiamo milestone di verifica per procedere per step, evitando spese inutili.
→ Tempistiche: da poche settimane a alcuni mesi, secondo istruttoria e CTU.
→ Preventivo: chiaro, proporzionato, rimodulabile solo su approvazione.
La audizione del minore (art. 336-bis c.c.) è valutata dal giudice in base all’età e alla maturità.
Il nostro dossier non strumentalizza il bambino: lo protegge, offrendo riscontri esterni e oggettivi.
→ Etica: nessuna pressione; centralità del benessere del minore in ogni scelta operativa.
Ogni caso è diverso: la strategia migliore parte sempre da un ascolto attento.
Ti aiutiamo a comprendere se l’affidamento esclusivo è giuridicamente perseguibile e tecnicamente dimostrabile.
→ Tutte le attività rispettano GDPR, T.U.L.P.S. e D.M. 269/2010. Catena di custodia, cifratura e tracciamento accessi garantiscono integrità e riservatezza.
→ Se il quadro probatorio non giustifica l’azione, lo diremo con onestà: la tutela del minore passa anche dall’evitare contenziosi inutili e in decisioni più eque per tutta la famiglia.
La nostra indagine forense è costruita con rigore, nel rispetto delle leggi e con attenzione all’impatto sulla vita reale dei minori coinvolti.
Prenota un confronto riservato con i nostri esperti. Rispondiamo in poche ore, anche nel fine settimana.
Prima la sicurezza del minore, poi tutto il resto.