Indagini, osservazioni, pedinamenti per raccolta foto/video; testimonianze, pattern condotte di addebito; frequentazioni e tracciati GPS.
Report legali conformi artt. 143 / 151 c.c. Metodo forense, privacy by design, costi/tempi definiti in sede incarico.
In tema di infedeltà coniugale conta ciò che si dimostra, non ciò che si suppone.
La giurisprudenza richiede la prova della violazione dell’obbligo di fedeltà (art. 143 c.c.) e, soprattutto, del nesso causale con l’intollerabilità della convivenza.
→ Fondamento normativo: art. 143 c.c. (fedeltà, assistenza morale e materiale, collaborazione, coabitazione); art. 151 c.c. (separazione per intollerabilità).
→ Indirizzo consolidato: per l’addebito non basta il tradimento in sé; occorre dimostrare che sia stato causa efficiente della crisi, escludendo che fosse già in atto.
→ Onere della prova (art. 2697 c.c.): grava su chi chiede l’addebito; la controparte può provare la preesistenza della crisi o la non incidenza della condotta.
Ne discende la necessità di una costruzione probatoria rigorosa, multilivello e replicabile, capace di resistere a contestazioni sulla liceità della raccolta e sulla tenuta logica dei nessi.
→ Perimetro: selezione di fatti rilevanti, pertinenza e proporzionalità del mezzo di prova.
→ Ammissibilità: solo elementi leciti e tracciati evitano eccezioni e inutilizzabilità (artt. 115–116 c.p.c.; riflessi ex art. 191 c.p.p.).
→ Nesso causale: frequenza, continuità, contesto; dalla “spia” al “comportamento”.
→ Finalizzazione: addebito, accordi, profili economici (assegni), eventuali riflessi su affidamento.
Nel processo civile, hanno valore anche le presunzioni semplici (art. 2729 c.c.) se gravi, precise e concordanti: una timeline coerente e pluririscontrata pesa più di episodi isolati e decontestualizzati.
Implicazioni dell’art. 151 c.c.
→ Intollerabilità della convivenza: non serve la “colpa” in senso classico; rileva la compromissione oggettiva del rapporto.
→ Addebito: possibile perdita del diritto al mantenimento e dei diritti successori del coniuge responsabile.
→ Comportamenti contrari: infedeltà qualificata, abbandono del tetto, violenze, inosservanza dei doveri di assistenza.
Un risultato solido nasce da una catena metodologica integra.
Progettiamo l’indagine come percorso chiaro, misurabile e replicabile, condiviso con il legale quando necessario, con decision gate e controllo qualità costante.
→ Consulenza iniziale: obiettivi, ipotesi probatorie, mappatura dei rischi, documenti disponibili, profili etici e privacy.
→ Piano operativo: calendario, “finestre critiche”, aree d’osservazione, risorse, soglie di successo ed exit criteria.
→ Raccolta lecita: osservazioni discrete, foto/video da luoghi consentiti, riscontri documentali/oggettivi, sicurezza degli operatori.
→ Validazione: timeline, metadati, note tecniche, catena di custodia (hash SHA-256) e registri di attività; quality check interno.
→ Dossier court-ready: relazione narrativa, allegati, mappe, executive summary per l’uso in giudizio.
Ogni step è orientato alla spendibilità in sede giudiziale: meno materiale, ma più qualificato e pertinente; budget e tempi allineati al valore probatorio atteso.
La forza della prova dipende anche dal rispetto delle regole.
Tracciamo una linea netta: oltre quel limite, il materiale si indebolisce o diventa inutilizzabile.
→ Riprese: solo in spazi pubblici o da prospettive lecite (visibili dall’esterno); no intrusione in luoghi privati.
→ Account & dispositivi: vietati accessi non autorizzati, spyware o sottrazione di credenziali.
→ Privacy by design: minimizzazione dei dati, cifratura, need-to-know, retention definita e documentata.
→ Trasparenza: mandato, informative, log di raccolta e di consegna al difensore; protocolli conformi T.U.L.P.S. / D.M. 269/2010.
Queste cautele non sono formalità: sono ciò che rende il dossier difendibile davanti al giudice e coerente con le regole di buona prova.
I segnali non sono certezze, ma se ricorrenti e coerenti orientano la strategia.
Definiamo soglie operative per intensificare, sospendere o chiudere con efficienza, evitando errori interpretativi.
→ Routine: notti fuori, orari ricorrenti, soste in luoghi specifici, pattern del fine settimana.
→ Economici: spese incongrue, prenotazioni, micro-pagamenti, viaggi “mordi e fuggi”.
→ Digitali visibili: geotag pubblici, check-in, contenuti social coerenti con i movimenti.
→ Stile personale: cura dell’aspetto improvvisa, gestione opaca dello smartphone.
La lettura degli indizi è sempre contestualizzata e supportata da riscontri incrociati; si documentano anche le piste scartate per completezza e trasparenza.
Affianchiamo tecniche classiche a OSINT/SOCMINT e riscontri documentali per costruire pattern comportamentali difendibili, collegando luoghi, orari, contatti e spese.
→ Correlazioni spazio-temporali: mappe, ricorrenze, finestre orarie, itinerari ricorrenti.
→ Riscontri economici: scontrini, ricevute, prenotazioni, titoli di viaggio lecitamente acquisiti.
→ Tracce pubbliche: geotag e contenuti divulgati dall’interessato, annunci/recensioni a proprio nome.
→ Visualizzazioni: timeline, crono-mappe, indici fotografici commentati, tabelle di co-occorrenza.
Obiettivo: una narrazione probatoria coerente, verificabile e comprensibile anche a chi non era presente ai fatti.
Al giudice servono chiarezza, contestualizzazione e verificabilità.
Il dossier è concepito per parlare da sé, senza ambiguità.
→ Relazione: chi, dove, quando, come; pertinenza giuridica dei fatti e sintesi per capitoli; indice e numerazione progressiva.
→ Allegati: foto/video con timestamp, coordinate e condizioni di ripresa; note su eventuali limitazioni.
→ Timeline & mappe: progressione chiara degli eventi, legame con gli indicatori e i riscontri.
→ Custodia: hash di integrità, registri d’accesso, copia master/copia di lavoro, consegna su supporti sicuri.
La forma conta quanto la sostanza: un contenuto vero ma raccolto male rischia di non valere; per questo curiamo anche l’editing probatorio.
La prova è efficace quando è pertinente al petitum e proporzionata allo scopo.
→ Addebito della separazione: se il comportamento è causa determinante della crisi.
→ Negoziazione assistita: materiale solido favorisce intese sostenibili, riducendo tempi e conflittualità.
→ Profili economici: elementi su tenore di vita e disponibilità effettive (spese, viaggi, ospitalità).
→ Difesa: contro pretese infondate, un impianto probatorio ben costruito può cambiare l’inerzia del caso.
Scopo: ristabilire equilibrio e verità processuale, non alimentare la conflittualità.
Sì, se realizzati da luoghi e angoli leciti (spazi pubblici o visibili dall’esterno) e correttamente contestualizzati.
→ Continuità narrativa: sequenze non isolate, con data/ora e posizione.
→ Trasparenza: indicazione del punto di ripresa e delle condizioni ambientali.
→ Divieti: niente intrusioni in ambienti privati non visibili, niente artifici invasivi.
La qualità dell’inquadratura conta meno della liceità e della coerenza con la timeline.
No.
L’accesso non autorizzato a dispositivi o profili è vietato e rende inutilizzabile il materiale, oltre a esporre a responsabilità.
→ Alternative lecite: riscontri esterni, osservazioni, documenti, contenuti volontariamente pubblicati.
→ Metodo: meglio meno materiale, ma legale e difendibile; valutazioni condivise con il legale.
Non è una scorciatoia: i limiti sono stringenti e i rischi sanzionatori concreti.
→ Scelta prudente: privilegiamo metodologie osservazionali lecite e proporzionate.
→ Valutazione con il legale: solo nei casi ammessi e con cautele, se davvero necessario.
Quando la prova si può ottenere con mezzi meno invasivi, scegliamo sempre la via più proporzionata.
Dipende da complessità e obiettivi probatori: la qualità prevale sulla quantità.
→ Finestra breve: pochi giorni se gli indicatori sono netti e ricorrenti.
→ Finestra estesa: alcune settimane per quadri articolati o comportamenti episodici.
→ Milestone: aggiornamenti strutturati e decision gate per proseguire, ridurre o chiudere.
Consegniamo un dossier completo, pronto per il deposito.
→ Relazione con quadro fattuale e riferimenti normativi.
→ Allegati foto/video con metadati, mappe e tabelle.
→ Supporti sicuri: copie digitali sigillate con hash SHA-256, archiviazione e catena di custodia documentata.
Su richiesta, consegna anche in formato read-only e con indice digitale dei contenuti.
Preventivo chiaro e parametri espliciti: si valorizza la qualità probatoria, non la mera quantità di ore.
→ Driver di costo: ore operative, mezzi impiegati, trasferte, rischi e complessità.
→ Rimodulazione: se gli obiettivi cambiano, si aggiorna il piano prima di procedere.
Trasparenza su tempi e deliverable; si investe dove la probabilità di esito utile è più alta.
Anche l’assenza di riscontri è un risultato: evita contenziosi inutili e tutela la tua serenità.
→ Relazione negativa: motivata e completa, con raccomandazioni sensate (monitoraggio mirato, mediazione, chiusura).
→ Trasparenza: si spiegano i limiti incontrati e le alternative ragionevoli.
Su richiesta del legale, offriamo supporto tecnico e testimonianza sulle attività svolte, metodologie adottate e lettura degli allegati.
→ Coerenza: aderenza a quanto documentato nel dossier.
→ Chiarezza: esposizione semplice, dati verificabili, risposte puntuali ai quesiti del giudice.
→ Continuità: tracciabilità tra note operative, evidenze e relazione finale.
Non è obbligatorio, ma è consigliabile per allineare obiettivi probatori e strategia processuale.
→ Vantaggio: si evitano attività inutili e si massimizza l’ammissibilità delle prove.
→ Operatività: possiamo coordinare il piano con il tuo legale o metterti in contatto con uno di fiducia.
Attivazione rapida con squadre locali coordinate centralmente.
→ Start: in genere entro 12–24 ore dalla richiesta.
→ Copertura: interventi su scala provinciale e nazionale, con turni e rotazioni per garantire discrezione.
Massima attenzione a soggetti estranei e a minori: minimizzazione e oscuramento ove non rilevanti.
→ Riprese solo in luoghi consentiti; si escludono volti/platee non pertinenti.
→ Dati sensibili: gestione con cautele GDPR e accesso solo need-to-know.
Valutazione caso per caso con il legale: alcune registrazioni (purché lecite) possono essere utilizzabili, altre no.
→ Rischi: materiale ottenuto in modo illecito può risultare inutilizzabile e controproducente.
→ Consiglio: prima di produrle, condividile con noi e con il difensore.
Operiamo con NDA su richiesta e policy di retention definite.
→ Confidenzialità: canali cifrati, accessi loggati, archivi segregati.
→ Retention: conserviamo solo quanto necessario e per il tempo strettamente utile alle finalità probatorie.